Finora hai acquistato “panini per hamburger” per i clienti della tua attività? Bene! Però sappi che in realtà hai acquistato dei “bun”. Il bun, infatti, è il vero pane per hamburger.
Che cos’è il bun
La risposta è semplice: è il tipo di pane che viene usato per fare gli hamburger americani. Non un pane qualunque, quindi, ma un panino tondo che ha delle caratteristiche ben precise per essere un bun.
Il pane, per essere un bun, deve poter contenere un burger, ovvero una certa quantità di carne di macinata. Tradizionalmente, il bun è tondo e il burger è di manzo - ma se segui questo blog trovi davvero tante varianti.
Il bun, dunque, è creato proprio per diventare un hamburger e per questo lo si trova già tagliato orizzontalmente a metà, pronto per essere farcito con la carne, le salse e tutto quello che ci vuoi aggiungere.
Il bun non è un semplice pane anche per gli ingredienti con cui è realizzato: ci sono più zuccheri e più grassi. Due motivi per cui il bun è anche più dolce e più morbido del pane tradizionale.
Chi ha inventato i bun?
Questa è la classica domanda che accende le discussioni a tavola - però se la conosci puoi anche raccontarla ai tuoi clienti, no?
In pratica non si è sicuri al 100% di chi abbia inventato il bun. Quello che si sa è che alla fine dell’Ottocento, negli Stati Uniti, i panini con la carne non erano consumati con i bun ma con due fette di pane di segale tostate… tutto un altro gusto!
Alcune fonti dicono che il primo a fare un panino con la carne con i bun sia stato Oscar Bilby, nel 1891. Si dice che lui sia stato il primo a usare i bun per fare questo panino, cioè il primo hamburger della storia, proposto in occasione dei festeggiamenti del 4 luglio dello stesso anno. In pratica, per fare i panini con la carne usò i bun preparati dalla moglie, dei panini tondi, dolci e morbidi: fu una scelta casuale ma di fatto è stato il primo hamburger della storia.
Altre fonti, invece, affermano che il vero e proprio hamburger come lo conosciamo oggi, e dunque con il bun, sia stato inventato da Walter Anderson nel 1921, colui che ha co-fondato la catena White Castle. Fu lui, insomma, a sostituire definitivamente le fette di pane di segale con i bun e a capire che il gusto particolare dei bun va a nozze con quello della carne.
Ma allora, cosa si intende per bun?
Possiamo chiamare bun un panino tondo almeno quando è un po’ dolce e molto morbido, altrimenti siamo proprio sulla strada sbagliata. Inoltre anche la consistenza è importante: la parte esterna non deve essere troppo croccante e neanche troppo molle; la parte interna invece deve fare un grande lavoro: trattenere le salse senza sfaldarsi.
Ecco perché creare un ottimo bun non è facile, ma non è neanche impossibile visto che io, a suon di tentativi, credo di esserci proprio riuscito. Ne ho provate tante di ricette, più di 50! Dalla prima prova (devo ammettere il bun era “soffice” come un sampietrino), alla ricetta attuale dei bun MrDobelina, ne ho fatta di strada. Oggi sono morbidi (ovviamente), buoni, resistenti alle salse e anche genuini. Se non li hai ancora assaggiati, ti consiglio di ordinare una campionatura.
I bun Mr.Dobelina
I bun che ho ideato e che vendo attualmente hanno gli ingredienti richiesti dalla classica ricetta americana: farina, fiocchi di patate, acqua, lievito, zucchero e sale.
Sto lavorando anche a una versione con i semi di sesamo in superficie che aggiungono tocco di sapidità e di croccantezza in più.
Per dare ai clienti e ai ristoratori un prodotto genuino ho ridotto a meno dell’1% i conservanti e ho scelto di eliminare totalmente l’alcool, che altera il gusto dei bun.
I fiocchi di patate sono il segreto per ottenere la giusta consistenza: morbida ma al tempo stesso resistente.
Una volta individuata la ricetta, ho creato 3 tipi di bun, dunque come ormai avrai capito, 3 tipi di pane per realizzare i tuoi hamburger:
- Classic: è il bun che ha il gusto più leggero.
- Ralph: è il bun con il sapore più deciso perché ha molto più burro e uovo.
- Vegan: è il bun senza latte e burro, ideato per chi segue la dieta vegana.
Tutte e tre le ricette competono ad armi pari con i bun americani: puoi dire ai tuoi clienti che hanno tutto il gusto e la consistenza di quelli che si assaporano negli Stati Uniti ma sono fatti in Italia e dunque sono anche più freschi e genuini.
Puoi anche raccontare ai tuoi clienti più curiosi la storia dei bun ma, mi raccomando, davanti a un americano o a un inglese non dire mai “I have a bun in the oven” (“ho un bun in forno”)! No, non perché i bun li acquisti già pronti… ma perché questa espressione inglese significa “I’m pregnant” (ovvero, “sono incinta”).
Se vuoi fare quattro chiacchiere sui nostri prodotti, o altro, contattami nella pagina dedicata alla ristorazione.
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